La testa liscia e sferica del femore si inserisce perfettamente nel cotile (cavità a forma di coppa). Il tutto avvolto da legamenti molto resistenti che rendono stabile questa articolazione che deve sostenere il peso della parte superiore del corpo umano.
L’anca è sottoposta a notevoli sollecitazioni ed è frequente che possa subire alcuni cambiamenti che ne pregiudicano il funzionamento. L’artrosi è una delle più frequenti patologie di questa articolazione. La testa femorale diventa irregolare e provoca danni a tutto il complesso articolare, con conseguente dolore e rigidità.
Quando il danno articolare è irreversibile si pone il problema di sostituire l’articolazione con l’inserimento di una protesi.

QUANDO E COME
INTERVENIRE?
Col tempo il limite funzionale che si determina cambia in maniera rilevante la qualità della vita di una persona. La protesi d’anca è necessaria in tutte le coxartrosi primarie e secondarie (queste ultime sono riconducibili a displasia congenita, a postumi di frattura o a postumi di necrosi della testa del femore).
È costituita da 4 componenti: il cotile, l’inserto cotiloideo, la testa femorale e lo stelo femorale. Può essere posizionata tramite diverse vie chirurgiche (attualmente la gran parte degli impianti protesici viene eseguita con accesso mini-invasivo anteriore o postero-laterale) e viene stabilizzata senza cemento (il rivestimento poroso della protesi permette l’integrazione completa con l’osso circostante).




QUANTO DURA
Costruita con le più innovative e robuste leghe metalliche e con materiali ceramici biocompatibili ad elevata resistenza, la protesi ha una durata di 20-30 anni.
I VANTAGGI
La protesi consente un rapido ritorno alla vita normale e consente anche di tornare a praticare qualche attività sportiva. Con la scomparsa delle manifestazioni dolorose, si elimina l’uso di medicinali antinfiammatori.
LE REVISIONI
Una volta usurata, la protesi deve essere sostituita totalmente o parzialmente.
Nei giorni precedenti il ricovero vengono eseguiti i seguenti accertamenti pre-operatori:
Esami ematochimici
Esami cardiologici
Accertamenti radiodiagnostici
Visita anestesiologica
Generalmente l’anestesista esegue l’anestesia più adatta per il paziente: il più delle volte viene eseguita una spinale.
In prima giornata, dopo l’intervento di protesi d’anca, i pazienti siedono in poltrona e iniziano a deambulare con 2 stampelle. La degenza media è di circa 5 giorni (spesso si prosegue con le cure presso il reparto di riabilitazione). Se non si presentano inconvenienti, la persona operata può prevedere di tornare alla vita normale dopo un periodo intorno alle 6 settimane.
